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Via lo smartphone dalle scuole: come saranno le nuove Linee Guida?

Una nota del Ministero chiarisce che sarà sconsigliato l’uso dei dispositivi mobili nelle scuole primarie e secondaria di I grado

di Redazione Benessere Digitale

Di recente, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha anticipato alcuni contenuti delle nuove “Linee guida sull’educazione alla cittadinanza”.
Il ministro, che aveva già ribadito l’esistente divieto di usare i dispositivi personali in classe, ha annunciato l’arrivo di Linee Guida che ne sconsigliano l’uso anche per finalità didattiche nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.

Secondo quello che si legge in una nota del Ministero:

“Nelle nuove ‘Linee guida sulla educazione alla cittadinanza’ di prossima pubblicazione, in coerenza con quanto sta emergendo da diversi studi anche internazionali, è sconsigliato l’utilizzo anche a fini didattici dello smartphone dalle scuole d’infanzia alle scuole secondarie di primo grado. Per le scuole primarie è raccomandato invece l’utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive”.

I Patti Digitali: chiarire le ragioni educative

La comunità dei Patti Digitali, che promuove la nascita e lo sviluppo di Patti di comunità per l’uso della tecnologia su tutto il territorio nazionale, da anni lavora con famiglie e istituzioni per rispondere alla sfida di un utilizzo più sano del digitale.

Il gruppo, che riunisce il Centro di Ricerca “Benessere Digitale” dell’Università di Milano-Bicocca e tre associazioni attive nel campo dell’educazione consapevole all’uso dei media (Mec, Aiart Milano e Sloworking) non può che condividere il percorso che porti ad agevolare le famiglie che vogliono attendere per consegnare un dispositivo personale ai propri figli.
Allo stesso tempo, si rende necessario rendere coerenti le politiche e le pratiche scolastiche, cosa non sempre accaduta in passato.

La nota dei Patti Digitali che puoi leggere per intero qui, esprime parere positivo sulle anticipazioni del ministro Valditara, anche alla luce delle istanze emerse nel primo convegno dei Patti Digitali del 13 ottobre 2023. Tuttavia, ritiene necessaria una precisazione, fondamentale perché questo percorso possa essere coerente:

Rileviamo, tuttavia, che i messaggi, le politiche e le pratiche scolastiche sullo smartphone sono spesso andate in direzioni contrarie rispetto a quella indicata nell’anticipazione. I messaggi giunti dalle istituzioni in merito all’uso dello smartphone nella didattica negli ultimi anni hanno spesso descritto questo dispositivo come utile ausilio alla didattica, dimenticandone gli effetti collaterali alle età più precoci. Inoltre, la tendenza delle scuole ad usare il registro elettronico come diario e a dare compiti a casa basati sull’uso libero del web nella primaria e secondaria di I grado spinge le famiglie ad anticipare la consegna di un dispositivo personale per rendere autonomi i/le bambini/e. Tutto ciò ha creato e crea confusione tra insegnanti e genitori, come ci segnalano le famiglie della nostra rete.

La stessa ricerca scientifica, del resto, è chiara sugli effetti dell’utilizzo precoce dei dispositivi digitali, della navigazione online autonoma e delle dinamiche dei social media. Si rende necessario perciò un approfondimento sulla filosofia educativa alla base delle linee della nuova legge:

Crediamo che sia urgente un profondo lavoro culturale per spiegare le ragioni per cui la navigazione autonoma, specie con dispositivi personali, vada posticipata rispetto a quanto avviene oggi. Ricordiamo alcune di queste ragioni, ampiamente confermate dalla letteratura scientifica, dalle leggi esistenti e dalla nostra esperienza: i dispositivi personali danno accesso privilegiato ad ambienti digitali problematici il cui uso autonomo è vietato per legge prima dei 14 anni (es. i social media), aprono dinamiche comunicative particolarmente difficili da gestire ad età precoci, non portano benefici in termini di apprendimento ma – anzi – abbassano le performance di bambini/e più deboli a livello sociale e psicologico, creano disuguaglianze tra famiglie che hanno strumenti per controllare/filtrare/accompagnare e altre che non li hanno, interagiscono negativamente con sonno, postura e salute della vista in una delicata fase di crescita, danno accesso a contenuti diseducativi in campo relazionale e sessuale. Ci auguriamo anche che questo provvedimento venga accompagnato dall’elaborazione di linee guida coerenti sull’educazione digitale, basate sui dati di ricerca. Esse dovrebbero avere l’obiettivo di sviluppare le competenze digitali fin dalla scuola primaria, ma in forme adeguate all’età e con un approccio graduale all’accesso autonomo agli ambienti digitali aperti

Foto: Freepik