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EYES UP: come si svolge il lavoro dei ricercatori

La metodologia della ricerca, la preparazione e l’avvio della raccolta dati nelle scuole lombarde per il progetto di Università di Milano-Bicocca, Università di Brescia, Sloworking e Centro Studi Socialis.

di Redazione Benessere Digitale

EYES UP è il progetto di ricerca coordinato dall’Università di Milano-Bicocca che studia le conseguenze dell’uso precoce dei mezzi digitali da parte degli adolescenti.
Uno studio scientifico complesso e innovativo, in grado di fornire strumenti utili a scuole, famiglie e policymaker per lo sviluppo della media education. Lo studio sarà il primo in Italia a stimare in modo solido l’impatto di diverse pratiche digitali nell’età dell’infanzia e adolescenza sulle performance scolastiche. A tal fine, i dati raccolti verranno messi in relazione con quelli delle prove INVALSI svolte dai ragazzi delle classi coinvolte nel corso di tutta la loro carriera scolastica.

A condurre la ricerca è una rete di università, associazioni e centri studi lombardi: il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Milano-Bicocca (capofila), l’Università di Brescia, l’associazione Sloworking e il Centro studi Socialis. Il progetto è finanziato dalla Fondazione Cariplo e prevede una attività di rilevazione quantitativa nelle scuole superiori.

Come si svolge la ricerca di EYES UP?

La ricerca, coordinata dal professor Marco Gui (nella foto qui sotto, in aula), esplora la relazione fra l’esposizione precoce degli adolescenti agli strumenti digitali e il loro rendimento scolastico. Una volta condotta la rilevazione e analizzati i dati, il team procederà alla messa a punto di un sistema di buone pratiche per gli “addetti ai lavori”, le istituzioni, le comunità locali e le famiglie.

La dottoressa Chiara Respi, tecnologa presso l’Università di Milano-Bicocca che ha coordinato la messa a punto della metodologia della ricerca, spiega come è stato strutturato il progetto: “Abbiamo invitato a partecipare al progetto tutte le scuole secondarie di secondo grado delle province di Milano, Monza e Brianza, Brescia, Cremona e Mantova e, in particolare, tutti gli studenti delle classi seconde e terze, che rappresentano la popolazione di riferimento del nostro studio. Finora ha accolto la nostra richiesta, aderendo al progetto, un campione di circa 30 scuole”.

Il questionario di EYES UP

“Lo strumento di rilevazione scelto per lo studio”, precisa Chiara Respi, ”è il questionario strutturato”. I temi trattati comprendono:

– le informazioni socio-demografiche degli studenti e dei loro genitori e la situazione economica delle famiglie;

– la ricostruzione del percorso scolastico seguito fino al momento della compilazione;

– la ricostruzione di tempi e modi di acquisizione e uso dei dispositivi digitali;

– l’eventuale ruolo di controllo/limitazione svolto dai genitori rispetto all’uso di tali dispositivi;

– le attività (e relativa frequenza) che gli studenti svolgono con i dispositivi digitali in generale e con lo smartphone in particolare;

– l’eventuale esposizione a episodi di cyberbullismo;

– la soddisfazione per alcuni aspetti della propria vita e il benessere soggettivo;

– le attività del tempo libero;

– l’eventuale percezione di confusione visiva;

– la valutazione sull’auto-efficacia nello svolgere alcune azioni;

– il rapporto coi compagni di classe.

“Questo è il primo progetto in Italia – puntualizza il dott. Giovanni Abbiati dell’Università di Brescia – che sfrutta la possibilità di ricostruire longitudinalmente l’andamento delle competenze in lingua italiana e matematica dalla seconda primaria alla seconda secondaria di II grado misurate da INVALSI e metterle in relazione con l’esposizione precoce agli schermi. Si tratta di un’operazione di grande rilevanza scientifica anche nel contesto internazionale”

La validazione del questionario

Il questionario è stato validato tramite due procedure: il pre-test e le interviste cognitive. “Il pre-test è stato condotto dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca in 6 classi seconde e terze di un liceo di Milano e di un liceo di Cologno Monzese”, spiega la dottoressa Respi “Nella compilazione del questionario informatizzato sono stati coinvolti circa 120 studenti”.

Sono stati poi intervistati 10 studenti di licei e tecnici delle province di Brescia, Monza e Brianza e Milano, “con l’obiettivo di valutare chiarezza ed esaustività delle domande e delle possibilità di risposta del questionario. Al termine dei pre-test e delle interviste cognitive il testo del questionario è stato corretto e migliorato alla luce delle osservazioni emerse”.

L’avvio della somministrazione nelle scuole

Il team composto dall’Università di Milano-Bicocca e dai ricercatori di Sloworking ha poi proceduto con la formazione dei 5 rilevatori incaricati della raccolta dati nelle province di Monza e Brianza e Milano. Nell’area est, invece, Università di Brescia e Socialis collaborano con un rete di cooperative per gestire la compilazione dei questionari.
“Lo scorso mese di ottobre è iniziata la somministrazione nelle scuole aderenti”, conclude Chiara Respi, “e al momento abbiamo raccolto più di 2300 questionari”.

Terminata la rilevazione dei dati, il team di ricerca procederà con l’unione con i dati INVALSI e successivamente con le analisi statistiche. La ricerca si concluderà all’inizio dell’estate, con la pubblicazione di un report scientifico.
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