La gestione dell’attenzione e del tempo di utilizzo dei dispositivi digitali

La gestione dei tempi di utilizzo delle tecnologie digitali è una dimensione estremamente importante: occorre alternare tempi davanti allo schermo e tempi offline, ma anche programmare le attività che si intendono portare avanti quando si usano le tecnologie. Difendersi dalle tentazioni distrattive è sempre stata una sfida per gli studenti; oggi lo è in misura ancora maggiore! Fin da piccoli, allora, è bene abituarsi a pianificare il tempo online e a finalizzarlo a obiettivi precisi. Vediamo qui come è possibile farlo.

Moderare l’uso degli schermi

Quanto tempo bambini e ragazzi dovrebbero stare davanti ad uno schermo? È difficile dare delle indicazioni nette valide per tutti ma, se si desidera un riferimento, molte organizzazioni internazionali si sono espresse (OMS, American Pediatrics Organization, American Heart Association, Società italiana di Pediatria) offrendo più o meno gli stessi consigli[1]:

  • niente schermi prima dei 2 anni;
  • un’ora al giorno dai 2 ai 4 anni;
  • un’ora e mezza/due ore al giorno fino a 10 anni;
  • 2 ore al giorno massimo di attività ricreativa fino a 14 anni (escluso l’utilizzo scolastico);
  • mai durante i pasti e prima di andare a dormire, a qualunque età!

È chiaro che si tratta di orientamenti di massima e che alcune situazioni, come quella del lockdown legato al coronavirus, non hanno permesso di poter rispettare dei limiti così stringenti. Rimane però corretto cercare di limitare il tempo online e soprattutto alternare momenti online con momenti offline.

Quali sono i rischi della sovra-esposizione agli schermi?[2] I possibili effetti indesiderati possibili possono emergere a livello fisico/fisiologico (sedentarietà, riduzione del sonno, secchezza degli occhi, posture errate), cognitivo (iperstimolazione, problemi di attenzione) ma anche psicologico-relazionale (per esempio, una minore attitudine alla conversazione faccia a faccia). Fortunatamente, però, la vera e propria “dipendenza” da Internet, dagli smartphone e dai videogiochi riguarda una piccola minoranza di giovani. In questi casi, che dovrebbero essere trattati da specialisti competenti, si nota una vera e propria fuga dalla realtà negli ambienti digitali, abbandono degli interessi precedenti, isolamento sociale e pesanti conseguenze sul benessere psico-fisico. La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze tende solo ad un utilizzo eccessivo, che necessita di essere meglio regolato. Ciò soprattutto in alcuni momenti particolarmente importanti della loro vita quotidiana, innanzitutto in quello del sonno e dello studio.

Quanto devono dormire bambini e pre-adolescenti?

La riduzione delle ore di sonno è uno dei problemi principali connessi alla presenza degli schermi digitali, e in particolare degli smartphone, nella vita degli adolescenti. Dormire bene e a sufficienza è importante in tutte le fasi della vita, ma soprattutto durante quella dello sviluppo.

L’americana National Sleep Foundation ha pubblicato la raccomandazione più autorevole sulle ore di sonno necessarie nelle diverse fasce d’età.

Occorre ricordare che l’adolescenza è anche uno dei periodi maggiormente critici per le relazioni sociali, che in questa fase sono spesso vissute molto intensamente. Gli strumenti digitali permettono di amplificare queste relazioni attraverso chat e messaggi, la cui mole giornaliera – unita alla portabilità dello smartphone – può portare un pre-adolescente a spendere molte ore online, anche di notte. Un limite serale fisso all’uso della comunicazione online può essere utile, soprattutto se condiviso tra famiglie!

L’organizzazione del tempo online

È bene ricordare che non conta solo la quantità di screen time ma anche cosa si fa online, e come lo si fa. In rete ci sono tante tentazioni e diversivi che rendono più difficile restare fedeli ad un obiettivo che ci si è prefissati. Gli adolescenti hanno, inoltre, fisiologicamente meno possibilità di resistere agli stimoli attrattivi della rete. D’altra parte, in rete ci sono anche tante risorse da poter sfruttare per progetti anche significativi. Allora come fare?

È importante abituarsi a pianificare il tempo, soprattutto quello online. Occorre abituare i bambini /ragazzi – e noi stessi – che il tempo va programmato, per non perdersi in mille rivoli improduttivi che la digitalizzazione rende più attraenti e a portata di mano. Occorre anche verificare ex-post se i tempi prefissati sono stati rispettati, per permettere un miglioramento nel tempo! Nella prima fase della ricerca “Benessere Digitale – scuole”, dedicata alla secondaria di II grado, abbiamo visto sperimentalmente che la programmazione del tempo e anche dei modi per proteggere la concentrazione in quei momenti dà risultati positivi: oltre ad aumentare la produttività immediata dei ragazzi nello studio ha anche un beneficio sul benessere generale.

Come esempio di programmazione del tempo, è interessante la cosiddetta “tecnica del pomodoro”, ideata alla fine degli anni ’80 da Francesco Cirillo, sviluppatore software ed imprenditore di origini italiane. Il nome deriva dai timer a forma di pomodoro, utilizzati in cucina per controllare i tempi di cottura. La tecnica prevede delle sessioni di lavoro da 25 minuti, seguite da una pausa di 5 minuti. La pausa è molto importante per garantire la continuità dell’attenzione durante le sessioni e offrire qualche gratificazione. Ogni 4 sessioni così organizzate, la pausa può diventare più lunga (15-30 minuti). Questo vale per gli adulti; per i bambini occorre fare un adeguato adattamento, ma l’idea di sessioni seguite da pause resta consigliabile (vedi per un approfondimento https://www.youtube.com/watch?v=7BcdZMeLCG0&t=3s).

Inoltre, nel tempo pianificato per svolgere un certo compito, è importante anche proteggere l’attenzione: minimizzare quindi le notifiche, squilli, altre finestre aperte, etc. Nonostante talvolta si sia magnificata la capacità dei giovanissimi di fare multitasking (studiare mentre si sta sulle chat, ascoltare musica o video mentre si studia, parlare mentre si chatta ecc.) gli studi mostrano che il multitasking riduce le capacità cognitive nei compiti complessi, la probabilità di commettere errori aumenta e conseguentemente anche la frustrazione. I momenti dedicati allo studio a casa andrebbero quindi protetti dalle continue intrusioni e interruzioni derivanti dalla vita sociale online e dalle altre tentazioni dei contenuti allettanti che esistono in rete: si può mettere offline lo smartphone, metterlo in un’altra stanza o disattivare le notifiche delle applicazioni. Anche il blocco di un device su una sola app (visto nella pillola 1 https://www.benesseredigitale.eu/parental-control-tre-passi-semplici-e-immediati-per-iniziare/), se proposto in senso non punitivo ma spiegandone le ragioni, potrebbe essere un aiuto in questo senso. Il tipo di dispositivo può fare la differenza in questo senso: mentre lo smartphone tende ad essere pervasivo, multitasking e mobile (quindi poco adatto al lavoro scolastico), un computer fisso o portatile aiuta di più a pianificare sessioni di studio concentrate (si veda la nostra ricerca sull’età di arrivo dello smartphone: https://www.benesseredigitale.eu/wp-content/uploads/2020/04/Report-1_Let%C3%A0-dello-smartphone.pdf). I videogiochi, in particolare, possono diventare totalizzanti nella vita dei ragazzi (soprattutto i maschi) perché stimolano la parte più emotiva del cervello. Vanno quindi stabilite regole chiare sul loro utilizzo. Ancora meglio sarebbe decidere insieme ai minori tali regole, dopo una discussione in cui vengono soppesate le legittime esigenze dei ragazzi e le altrettante legittime preoccupazioni dei genitori. Anche in questo caso, una buona abitudine che si può instaurare insieme è sicuramente quella di fissare in anticipo tempi e spazi di utilizzo delle tecnologie, anche subordinandoli al completamento di altre attività meno attrattive (compiti, ordine della camera ecc..).

L’organizzazione dello spazio

Infine, questa organizzazione del tempo deve essere supportata anche a livello spaziale. Quindi sarebbe meglio, laddove possibile, che le sessioni di lavoro concentrato si svolgessero in un luogo tranquillo e diverso da quello delle pause. Saper trovare un posto tranquillo dove studiare a casa può fare la differenza anche nelle performance di apprendimento, come mostra anche una indagine OECD/PISA (2015). 

E, infine, ancora la stessa precauzione educativa!

Affinché un genitore possa davvero educare alla pianificazione dei tempi con le tecnologie, si consiglia agli adulti – come già detto – di evitare di porsi come figure solo giudicanti e proporsi invece come riferimenti che, da un lato garantiscono una supervisione rassicurante e, dall’altro, sono interessati a capire la vita online del proprio figlio e a dare l’esempio di comportamenti corretti. Una tale figura di adulto è in grado di offrire – oltre ad alcuni chiari limiti – anche comprensione e aiuto. La ricerca mostra che il dialogo con genitori consapevoli aumenta la competenza digitale e la capacità di muoversi negli spazi online!

Note

[1] Si veda: https://www.who.int/news-room/detail/24-04-2019-to-grow-up-healthy-children-need-to-sit-less-and-play-more ; oppure https://www.aap.org/en-us/about-the-aap/aap-press-room/news-features-and-safety-tips/Pages/Children-and-Media-Tips.aspx#:~:text=Avoid%20digital%20media%20for%20toddlers,day%20of%20high%2Dquality%20programming. ; oppure https://link.springer.com/epdf/10.1186/s13052-018-0508-7?author_access_token=6oaDNSqFJnyZtZIbE_a8t2_BpE1tBhCbnbw3BuzI2RPIEeWQnP49LorU82s_wftFwl6IQ3o_8GPb__pOEDK-MJXs6Hiy-rUc0QRiHvbpcremso914gbyVEn7ROFsVmdehLFiM_9aoWuKEGanvNlZig%3D%3D ; https://link.springer.com/epdf/10.1186/s13052-018-0508-7?author_access_token=6oaDNSqFJnyZtZIbE_a8t2_BpE1tBhCbnbw3BuzI2RPIEeWQnP49LorU82s_wftFwl6IQ3o_8GPb__pOEDK-MJXs6Hiy-rUc0QRiHvbpcremso914gbyVEn7ROFsVmdehLFiM_9aoWuKEGanvNlZig%3D%3D.

[2] Questa pillola prende spunto anche dalla pagina web “Come vivere positivamente la tecnologia in famiglia” redatta dal centro di Ricerca “Benessere Digitale” per Fastweb, si veda: “https://www.fastweb.it/corporate/sostenibilita/benessere-digitale/.

Bibliografia

American Academy of Pediatrics. (2018). Children and media tips from the American Academy of Pediatrics.https://www.aap.org/en-us/about-the-aap/aap-press-room/news-features-and-safety-tips/Pages/Children-and-Media-Tips.aspx#:~:text=Avoid%20digital%20media%20for%20toddlers,day%20of%20high%2Dquality%20programming.

Bozzola, E., Spina, G., Ruggiero, M., Memo, L., Agostiniani, R., Bozzola, M., … & Villani, A. (2018). Media devices in pre-school children: the recommendations of the Italian pediatric society. Italian journal of pediatrics, 44(1), 1-5. https://link.springer.com/epdf/10.1186/s13052-018-0508-7?author_access_token=6oaDNSqFJnyZtZIbE_a8t2_BpE1tBhCbnbw3BuzI2RPIEeWQnP49LorU82s_wftFwl6IQ3o_8GPb__pOEDK-MJXs6Hiy-rUc0QRiHvbpcremso914gbyVEn7ROFsVmdehLFiM_9aoWuKEGanvNlZig%3D%3D

PISA (2015). Results (Volume III) Students’ Well-Being

World Health Organization. (2019). To grow up healthy, children need to sit less and play more. https://www.who.int/news-room/detail/24-04-2019-to-grow-up-healthy-children-need-to-sit-less-and-play-more