Le abitudini degli adulti come esempio per quelle dei bambini e ragazzi

La prima mossa da fare per progettare una strategia educativa per l’uso dei media digitali dei nostri figli è rivedere i nostri stessi comportamenti di adulti. Questo non solo costituirà un esempio rilevante per i più piccoli ma ci permetterà anche di migliorare la nostra stessa qualità di vita!

______________________________________________________________________________________________________________________

Le buone abitudini digitali familiari

Alcune restrizioni all’uso continuo degli schermi digitali possono essere utilissimi per rivedere le nostre abitudini di adulti e, attraverso noi, quelle di tutta la famiglia:

  • niente smartphone a portata di sguardi durante i pasti; 
  • niente smartphone prima di addormentarsi in camera da letto; 
  • niente smartphone quando si prendono i propri figli all’uscita da scuola o quando li si rivede dopo un’attività. 

La pervasività dei device, soprattutto lo smartphone, rischiano infatti di mettere in secondo piano la relazione personale, innescando frustrazione nei più piccoli perchè la tecnologia smbra rubare l’attenzione dei genitori. Un comportamento di distrazione dall’interlocutore per quale è stato recentemente coniato il termine “phubbing”: nato dalla fusione delle parole “phone” (telefono cellulare) e “snubbing” (snobbare). Non solo: la mancanza di comunicazione genitori-figli può anche privare i più piccoli di interazioni preziose per le loro conoscenze e competenze e anche aumentare la probabilità di uso eccessivo dei device quando i figli saranno grandi (Xie et al. 2019).

È importante quindi che il genitore impari – per quanto possibile – a concentrare l’uso dei dispositivi in alcuni momenti dedicati, durante i quali potrà chiedere a buon diritto di non essere disturbato. Il genitore deve invece proteggere i momenti familiari più significativi dall’intrusione della tecnologia, come sono i pasti ma anche i momenti in cui si vuole parlare  insieme di questioni rilevanti. In questo modo si stabilisce un esempio che sarà molto importante come punto di riferimento anche durante l’adolescenza e la prima età adulta dei figli.

L’esempio di una corretta comunicazione online 

Il buon esempio dei genitori è fondamentale anche nella vita relazionale online, nella capacità di usare toni moderati e non offensivi e nella gestione della privacy propria e dei figli stessi. Anche per questo motivo è importante non pubblicare foto dei figli sui social!.
Rispetto a quest’ultimo comportamento si usa spesso l’etichetta di sharenting, un termine che deriva dall’unione di share (condividere) e parenting (genitorialità). I rischi di condividere pezzi di vita dei propri figli sui social (o in generale su Internet) riguardano sia la loro sicurezza (non è opportuno far sapere al mondo dove si trovano, dove abitano, che abitudini hanno) ma anche l’uso di questi materiali sensibili pubblicati a loro insaputa che altri potrebbero fare (ad es. rispetto al cyberbullismo che potrebbe essere messo in atto contro un/a ragazzo/a utilizzando materiali creati quando era piccolo/a). 

Riuscire a consolidare delle abitudini di dialogo rispettoso online e di difesa della privacy, sin dai primi anni di vita dei propri figli, significa porre le basi per un loro corretto uso degli strumenti digitali anche in periodi più delicati, come la pre-adolescenza e l’adolescenza.

L’esempio di una corretta comunicazione online 

Il buon esempio dei genitori è fondamentale anche nella vita relazionale online, nella capacità di usare toni moderati e non offensivi e nella gestione della privacy propria e dei figli stessi. Anche per questo motivo è importante non pubblicare foto dei figli sui social!. Rispetto a quest’ultimo comportamento si usa spesso l’etichetta di sharenting, un termine che deriva dall’unione di share (condividere) e parenting (genitorialità). I rischi di condividere pezzi di vita dei propri figli sui social (o in generale su Internet) riguardano sia la loro sicurezza (non è opportuno far sapere al mondo dove si trovano, dove abitano, che abitudini hanno) ma anche l’uso di questi materiali sensibili pubblicati a loro insaputa che altri potrebbero fare (ad es. rispetto al cyberbullismo che potrebbe essere messo in atto contro un/a ragazzo/a utilizzando materiali creati quando era piccolo/a). 

Riuscire a consolidare delle abitudini di dialogo rispettoso online e di difesa della privacy, sin dai primi anni di vita dei propri figli, significa porre le basi per un loro corretto uso degli strumenti digitali anche in periodi più delicati, come la pre-adolescenza e l’adolescenza.

Bibliografia

Livingstone, S., Ólafsson, K., Helsper, E. J., Lupiáñez-Villanueva, F., Veltri, G. A., & Folkvord, F.(2017). Maximizing opportunities and minimizing risks for children online: The role of digital skills in emerging strategies of parental mediation. Journal of Communication, 67(1), 82-105.

Xie, X., Chen, W., Zhu, X., & He, D. (2019). Parents’ phubbing increases Adolescents’ Mobile phone addiction: Roles of parent-child attachment, deviant peers, and gender. Children and Youth Services Review, 105, 104426.